Lucia ti guarda attraverso i suoi occhialoni neri, con l’espressione di chi ti sta veramente ascoltando. Sempre. Da più di un anno Lucia, che di cognome fa Giumelli, è stata eletta coordinatrice dei volontari, più semplicemente è il “comandante”, ma guai a chiamarla così!
Le abbiamo chiesto di tracciare un bilancio della sua difficile attività, in un ruolo che, lo ricordiamo, è sempre volontario e si porta via gran parte del suo tempo libero. Tutti i giorni, una volta uscita dal lavoro, la si può trovare in sede a gestire turni, ascoltare le necessità dei volontari e cercare di trovare le soluzioni alle tante difficoltà che si manifestano in una grande famiglia composta da oltre 300 persone. Un impegno che condivide con il suo compagno Nico Vassallo, che oltre ad essere volontario siede nel Consiglio direttivo dell’associazione con la delega di economo (quando è in sede si dice che la chiami soltanto “A” per risparmiare le luci), e il fratello Giovanni, anche lui soccorritore.
Lucia, quando sei entrata in Assistenza Volontaria e perché?
«Mi sono iscritta a gennaio 2009. Il perché può sembrare patetico, ma il motivo che mi ha spinto a dedicarmi agli altri è un percorso di sofferenza che ho vissuto intensamente».
Quanto impegno ci vuole per fare il coordinatore?
«L’impegno è notevole, quotidiano. A detta di qualcuno eccessivo, tanto da chiedermi se ho cambiato residenza in via Rosselli 1».
Tracciamo un bilancio di questo primo anno. Qual è stata la tua priorità?
«Il mio impegno è nel facilitare il lavoro dei volontari, ascoltarne le richieste, i suggerimenti. Uno dei miei obiettivi prioritari è creare un clima di proficua collaborazione, teso a superare gli egoismi a favore di un lavoro di équipe».
Il momento che ti ha dato più soddisfazioni e quello più difficile…
«Il momento che mi ha dato soddisfazione è stato quando ho scoperto che tante persone mi hanno dato fiducia, di conseguenza il momento più difficile è lo stesso: mi devo preoccupare di non disattendere le aspettative. Sono orgogliosa di avere intorno a me, sia come volontari sia come membri dell’Ufficio Coordinamento, un gruppo di persone che credono in me, che mi appoggiano e mi supportano».
Raccontaci l’episodio più divertente…
«L’episodio più divertente? Ben venga! Per ora non l’ho ancora vissuto. Posso invece ricordare i tanti momenti e gli episodi appaganti che mi danno la spinta a continuare questo cammino non sempre in discesa. Momenti di aggregazione che nascono tra le varie squadre di appartenenza, gli episodi di stima e gratitudine da parte delle persone alle quali sono stata in qualche modo d’aiuto, ricompensati con torte arrivate in sede, lettere, visite, offerte all’AV e amicizie».
Cos’è che sei riuscita a fare e cosa, invece, no?
«Diciamo che quello che sono, e non sono, riuscita a fare è la stessa cosa. Mi spiego meglio: mi sto impegnando molto per promuovere e migliorare sempre di più la collaborazione effettiva tra le varie componenti dell’Associazione, al fine di ottimizzare un servizio di presenze che dia la sicurezza della continuità nei servizi. Non sono ancora riuscita a centrare in pieno l’obiettivo che non è sicuramente facile, ma ci sto lavorando».
Quali sono le criticità ancora da risolvere all’Assistenza Volontaria?
«Mi ricollego a quanto detto in precedenza. Per quel che riguarda il mio impegno, la fatica maggiore è trovare il personale per coprire i turni e le strategie più efficaci per accontentare le richieste dei volontari e degli utenti».
Hai già fatto parte dell’UCV. Com’è cambiata l’Associazione?
«Sì, ho fatto parte dell’Ufficio Coordinamento Volontari da marzo 2010 a settembre 2012. Per quel che riguarda i cambiamenti, penso che la risposta migliore la possano dare i volontari, dai quali mi aspetto dei suggerimenti per rendere la nostra attività più efficace».
Dì quello che vuoi a tutti i volontari…
«Prima di tutto vorrei ringraziarli per quello che fanno per aiutare gli altri. Poi voglio augurare a loro e alle loro famiglie di passare delle Buone Feste. E per quel che riguarda il loro impegno in Assistenza Volontaria voglio dirgli… coraggio! Andiamo avanti che siamo una squadra “fortissimi”».